Per il secondo anno consecutivo il Lynx Prize, premio internazionale d’arte contemporanea, seleziona un mio progetto artistico: Al Crepuscolo. In questa terza edizione hanno preso parte al concorso quasi 300 artisti provenienti da oltre 30 paesi diversi. La giuria composta da 15 professionisti del settore, provenienti da diverse nazioni dell’Europa ed oltre, ha visionato più di 600 opere.
Riguardo il progetto:
La dolce e graduale dissoluzione della luce diurna porta con sé scenari magici, di quiete, solitari, onirici, talvolta sinistri e liminali. Il momento in cui l’inconscio, i sensi e le percezioni possono dar luogo a nuove occasioni, condizioni e significati evocando scene celate, ombre dormienti, luci nascoste. Mentre la luce svanisce il buio si palesa. La rappresentazione di una discesa nello strato metafisico dell’essere umano tra onironauti in riti d’incubazione, viaggiatori di luoghi dimenticati che si apprestano a varcare la soglia, giovani fuggitivi, cercatori di tesori interiori, guardiani immobili, trovatori di luce, custodi di segreti. Ognuno di loro accomunato dal mistero occulto e dal silenzio che avvolge totalmente quei luoghi\non-luoghi, varchi naturali, zone intermedie che portano con sé l’Arcano. Il progetto trae ampia ispirazione da una moltitudine di viaggi meditativi all’interno dei Circoli Magici del percorso esoterico-teurgico del Gioco dell’Eroe di Gianluca Magi.
[“In Al Crepuscolo Fabio Costantino Macis esprime in modo evidente il suo amore per la pittura antica e per le trame create dalla luce.
Gli spiragli luminosi come filtrati da un tessuto, rivelano personaggi avvolti in un’ombra densa, morbida e quasi palpabile. C’è un gusto estetico spiccato che sovrintende la composizione che comprende gli elementi naturali terra, aria, acqua e poi l’uomo, colto in un languore consapevole ed assorto. Una calma non priva di tensione però, che si coglie nel gesto e nell’espressione. Questo concept ideato con grande equilibrio ricorda la riflessiva ed estatica pittura preraffaellita, in particolare le figure di Sir Lawrence Alma-Tadema. L’elemento di citazione infatti non è mai gridato e l’opera si presta ad una lettura a più livelli, acquisendo ulteriore valore e traendo forza dalla sua stessa capacità di evocare un silenzio vigile.”
Giacomo Pisano – Curatore d’arte contemporanea. Dottore in Archeologia Medievale.]
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